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★★★☆☆ Il classico romanzo di YA, precedentemente trasformato in un film di successo del 1983, è stato adattato in modo poco convincente come musical di Broadway.
Guardando il nuovo musical di Broadway Gli outsider, è difficile scrollarsi di dosso la sensazione di aver già visto tutto prima. Non è solo a causa del materiale originale, incluso sia il classico romanzo YA di SE Hinton che l’adattamento cinematografico di Francis Coppola del 1983 con una sfilza di giovani fusti di Hollywood. Anche perché lo spettacolo inevitabilmente ricorda Storia del lato ovest nella sua storia di bande giovanili in guerra e una storia d’amore sfortunata (per non parlare, ovviamenteRomeo e Giulietta) e, nelle sue danze esuberanti e coreografate con giovani artisti atleticiNewsies. Questo adattamento musicale, con un libro di Adam Rapp e Justin Levine e una colonna sonora di Levin, Jonathan Clay e Zach Chance (meglio conosciuti come la band Jamestown Revival) si rivela uno sforzo di tutto rispetto con molti elementi lodevoli. Ciò che soprattutto sembra mancare è una ragione d’essere.
Tranne, ovviamente, per favorire la tendenza crescente di nuovi musical basati su proprietà letterarie e cinematografiche riconoscibili, ampiamente in evidenza su un tratto di 45th Strada che presenta tendoni decorati con sforzi simili come Il notebook E Acqua per gli elefanti. Il blocco non evoca tanto la magia di Broadway quanto la line-up non particolarmente ispirata di una casa di revival cinematografico, se cose del genere esistessero ancora.
All’inizio dello spettacolo potresti davvero pensare di essere in un cinema, dato che ci viene offerta una clip del classico film di Paul Newman Mano Fresca Luca proiettato in grande formato. Il film ispira sia il personaggio centrale, il quattordicenne Ponyboy Curtis (Brody Grant, ormai adolescente), sia la canzone di apertura, “Tulsa ’67”, in cui ambienta la scena in modo dettagliato. Ha due fratelli maggiori che lo sostengono, Darrell (Brent Comer) e Sodapop (Jason Schmidt, che alza la tensione sul palco togliendosi la maglietta in pochi secondi), che lo stanno allevando dopo la morte dei loro genitori in un incidente d’auto.
[Read Roma Torre’s ★★★★☆ review here.]
Ponyboy, le cui aspirazioni intellettuali e sensibilità sono dimostrate dalla lettura di Dickens Grande Aspettative, frequenta Johnny (Sky Lakota-Lynch), introspettivo ed emotivamente segnato. Insieme a molti altri, sono conosciuti come i “Greasers” di classe inferiore, in contrasto con i “Socs” più esclusivi, che vivono dall’altra parte dei binari. Tra i Greasers c’è il cattivo ragazzo Dallas (Joshua Boone), che tratta Ponyboy e Johnny come se fossero membri della famiglia.
Quando Cherry Valance (Emma Pittman), la fidanzata di uno dei Soc, inizia un flirt amichevole con Ponyboy, si innesca una tragica catena di eventi tra cui un’uccisione accidentale per la quale Ponyboy e Johnny devono nascondersi, un incendio in una chiesa in cui rischiano la vita per salvare un gruppo di bambini, un suicidio e una massiccia rissa tra le due bande, rappresentata da una danza riccamente coreografata in cui gli artisti sono inzuppati di pioggia. L’ultimo elemento è gestito in modo impressionante, certo, ma mentre l’acqua inzuppava i loro corpi muscolosi, continuavo ad aspettare che irrompessero nel ritornello di “Flashdance (What a Feeling)”. (E qual è la storia di tutti questi bagni sul palco? Tra questo e IL Taccuino accanto, il quartiere potrebbe presto trovarsi ad affrontare un’emergenza idrica.)
È difficile non essere sconvolti dalla trama melodrammatica, che non si sente a suo agio sul palco e probabilmente risuona solo con adolescenti o adulti permanentemente bloccati in questa condizione. Il libro di Rapp e Levine è relativamente fedele al materiale originale, sebbene alcuni elementi significativi della trama siano stati alterati. (Anche meno importante, nel libro che Ponyboy stava leggendo Via col vento, ma questo non funzionerebbe esattamente in questi tempi politicamente corretti. Anche, grandi aspettative costituisce un titolo migliore per una canzone.) E parlando di correttezza politica, in questa interpretazione, inutile dirlo, i Greasers sono notevolmente diversi dal punto di vista razziale e hanno persino ammesso una ragazza nella banda.
Se riesci a superare la riorganizzazione generale di tutto ciò, Gli outsider ha molte cose da fare. La colonna sonora dal suono folk-rock presenta alcune canzoni fantastiche, inclusi i due numeri sopra menzionati e la potente “Stay Gold”, anche se alla fine della serata iniziano a suonare tutte uguali. Grant offre una performance carismatica e meravigliosamente cantata nei panni di Ponyboy, e Boone dimostra una presenza imponente nei panni dello sfortunato Dallas. In effetti, l’intero giovane ensemble è attraente e dinamico, ed è facile immaginare che molti di loro possano emergere alla grande in futuro. La coreografia muscolare di Rick Kuperman e Jeff Kuperman si adatta bene al materiale, così come gli elementi tecnici, anche se la scenografia scarna, simile a un fienile, di un collettivo noto come “AMP featuring Tatiana Kahvegian”, lascia un po’ a desiderare a meno che tu non abbia davvero un cosa per le gomme. Anche se mi è piaciuto molto il cofano dell’auto sul palco trasformata in un letto, una presunzione scenica che ironicamente rispecchia la transizione imbarazzante del materiale originale tormentato dall’angoscia in un musical sano.