La relazione creativa tra Apple e gli Stormtrooper va in entrambe le direzioni. Nel 2015, il costumista di “Il Risveglio della Forza” Michael Kaplan ha detto a Vanity Fair come lui e il regista JJ Abrams hanno rinnovato il look dello Stormtrooper. La loro filosofia di progettazione era “Cosa farebbe Apple?” Quindi, i caschi degli Stormtrooper sono più lisci e lucenti.
Qui però le cose si fanno un po’ complicate. “Star Wars” si ispira al film di propaganda nazista “Il trionfo della volontà” nel modo in cui riprende i personaggi imperiali, ovvero campi lunghi di soldati che marciano o stanno in formazione. Ciò evoca sentimenti di potere oppressivo, come uno stivale che si estende dallo schermo per calpestare il collo degli spettatori. “Il Risveglio della Forza” lo rende più palese che mai con il discorso del Generale Hux (Domnhall Gleeson) sulla Base Starkiller; legioni di soldati identici stanno fianco a fianco e ascoltano uno strillo fascista sul palco.
Tuttavia, “Star Wars” è sempre stato un franchise commerciale tanto quanto una narrativa cinematografica. George Lucas ha costruito l’impero mediatico di “Star Wars” sul merchandising, dalle action figure ai Costumi di Halloween. Ciò significava rendere gli assaltatori belli e, quindi, commerciabili; L’obiettivo di Kaplan di farli sembrare ancora più belli parla proprio di questo. L’affetto di Ive per la loro liscia armatura bianca è solo una prova del successo.
La saggista/critica video Lindsay Ellis ha discusso di questo enigma nel suo video del 2018, “L’ideologia del Primo Ordine”, dove alla fine ha concluso che non ne avevano, per rendere meno nauseato il merchandising di Kylo Ren e del Capitano Phasma.
Per fare scelte progettuali significative non è possibile fermarsi solo al livello superficiale.