Watters, Roberts e Stewart creano quell’atmosfera dalla prima pagina di “The Creature From The Black Lagoon Lives!” Kate si risveglia da un sogno in cui annegava. Alcuni potrebbero dire che annegare è il modo più pacifico di morire, suggerisce la narrazione, una lenta evaporazione della vita – mentre Kate affonda ulteriormente, si rende conto di quanto sia sbagliato.
Watters mi confessa che questa apertura potrebbe essere iniziata con il profilo di V, ma lo ha influenzato troppo per cambiare.
“Man mano che si affrontano i problemi, diventa sempre più un’idea chiave di cosa significhi annegare e di cosa ciò può comportare per te come persona. Così ho iniziato a scavare nei resoconti e nei rapporti e un po’ come le persone vicine esperienze di morte e cose del genere. Fa cose al cervello e pensavo che fosse così [a] cosa fondamentale davvero interessante per appendere il tutto [book] SU.”
Certamente si aggiunge al pathos umano del libro, con Kate non solo che letteralmente annega ma che scende ulteriormente nella sua ricerca per catturare Collier. Un POV umano è una componente necessaria nei film di mostri, come ha capito Universal Horror (e Watters lo fa ora):
“Penso che sia l’unico modo in cui ‘La creatura della laguna nera’ funzionerebbe davvero, perché è una cosa così volubile. È uno specchio su cui le persone proiettano i propri desideri. […] Ognuno gira attorno alla creatura con la propria idea di cosa sia e cosa possa fare per loro. E questo, in generale, porta alla loro rovina, almeno in questo libro.”
Al momento non so più come si svolgerà quella caduta, ma sono entusiasta di seguirla.
Il numero 1 di “The Creature From The Black Lagoon Lives” uscirà mercoledì 24 aprile presso i rivenditori fisici e digitali.