La rivincita di Obi-Wan con Maul è sorprendentemente breve e volutamente semplice. In effetti, ogni mossa che fa è pensata per dire molto sul modo in cui è passato dal parvenu con la coda di cavallo interpretato da Ewan McGregor in “La minaccia fantasma” allo statista dai capelli bianchi interpretato da Alec Guinness nell’OT, e senza una parola di dialogo. Come ha spiegato il supervisore dell’animazione di “Rebels”, Keith Kellog un video dietro le quinte uscito nel 2017:
“È molto più incentrato sul gioco di gambe e sul processo di pensiero di Obi-Wan. Inizia come un giovane Obi-Wan, e poi lo trasformiamo in qualcosa di più di ciò che farebbe Alec quando combatte, e poi l’ultimo – se guardi indietro a ‘La minaccia fantasma’ e puoi vedere cosa sta facendo Qui-Gon, lo spostiamo appena un po’ subito dopo che Maul ha cambiato il suo. È quasi una specie di gioco nel gioco.
Potresti anche sostenere che la tecnica di Obi-Wan qui dimostra quanto sia vitale la serie “Obi-Wan Kenobi”. nonostante sia uscito anni dopo la fine di “Rebels”. Per quanto imperfetta possa essere la serie, mostra come Obi-Wan abbia ritrovato l’equilibrio dopo aver pagato il prezzo per aver insistito sul fatto che avrebbe dovuto essere lui a soddisfare la richiesta morente di Qui-Gon e ad addestrare Anakin. Questo passaggio dall’essere giovane e troppo sicuro di sé all’essere più vecchio, più saggio e più empatico si manifesta nel modo in cui Obi-Wan invia Maul senza provare alcun piacere per la sua sconfitta.
Parla anche della verità su ciò che rende eccezionale un combattimento con la spada laser. Per quanto belli possano essere, sono in realtà incentrati su personaggi che affrontano conflitti tra loro (o dentro di loro, se non entrambi) una volta che le parole hanno fallito.