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★★★☆☆ Il drammaturgo/performer NSangou Njikam, accompagnato da alcuni colleghi di talento, entra nel cuore della cultura hip-hop.
“Tony, Tony, Tony” non è un frammento di dialogo che avresti sentito nella prima iterazione Sincronizzazione dell’inchiostroal Flea Theatre nel 2017. Ma l’hip-hop è tutto incentrato sull’improvvisazione e sul cogliere l’attimo, quindi è perfettamente a proposito in questo revival blackbox al Victoria Theatre dell’Apollo.
L’intero cast di sei membri si è riunito di nuovo, inclusa Kara Young, che da allora ha ottenuto tre nomination ai Tony (inclusa una per il recente Purlie Vittorioso). Gli ammiratori desiderosi di un altro avvistamento troveranno Young accattivante come sempre, ma anche pienamente coinvolto nel lavoro di gruppo volto a riportare in vita vibrante la sceneggiatura intensa ma giocosa di NSangou Nijkam.
L’autore interpreta ancora una volta Gordon, un goffo e goffo liceale che sogna di diventare un MC superstar. Un ostacolo: le parole e le rime non fluiscono esattamente. È il perdente di punta in un corso di poesia condotto da Mr. Wright, alias “Baba” che fa allitterazioni compulsive (Adesola Osakalumi, che funge anche da coreografa per i segmenti di danza interstiziale): “I miei adorabili fulmini liberati” è il modo in cui Baba dà il via a un sillabario in le basi dell’haiku.
Gordon ripetutamente non riesce a raccogliere la sfida dei suoi compagni di classe: “Riuscirà a calciarlo!?” Sicuramente non può, soprattutto se vittima di bullismo da parte del noto rapper alfa del gruppo, Jamal (Nuri Hazzard), che potrebbe sedare qualsiasi avversario semplicemente usando i suoi occhi meschini. Jamal è ancora impegnato a cercare di dominare e sminuire la sua ex, Sweet Tea (Young in piena modalità esuberante), anche se mette gli occhi sulla ragazza glamour di classe, Mona Lisa (McKenzie Frye).
Andiamo avanti velocemente (è uno spettacolo abbastanza lungo, circa tre ore coinvolgenti) e, con alcuni cambi di ruolo, il gruppo si riunisce nuovamente all’Università della Mecca, “il primo college storicamente nero”. Qui la vecchia guardia, rappresentata dal barcollante Professor Brown (Hazzard, che fa un 180) è ai ferri corti con il tizzone Baba Black (Osakalumi, trasformato). Baba deride Brown perché “sembra un finto muffin inglese”. Disprezza gli stessi simboli della letteratura tradizionale in “Fuck White Paper”, un entusiasmante rap di protesta durante il quale il “complemento divino” di Baba, Sista Sidestep (Frye), riesce a inchiodare il pubblico con lo sguardo arrabbiato omicida di un sedicente rivoluzionario.
Il set a tutto tondo di Jason Ardizzone-West, con alzate, si presta a un’atmosfera comunitaria, quasi curva. Siediti su una delle panchine davanti e ad un certo punto potresti trovare un attore che ti picchia – o drappeggiato su di te. A supervisionare molto attivamente il circolo ristretto (illuminato con fantasia da Alan C. Edwards e Max Doolittle) c’è il DJ Kyleel “Proda” Rolle, che ha contribuito ad avviare questo revival con una nuova colonna sonora. C’è molto da fare sul palco, ma potresti ritrovarti a controllare la sua nicchia, solo per cogliere la gioia che sta provando nel dare nuova vita a questo lavoro intelligente e incisivo.
Syncing Ink è stato inaugurato il 19 maggio 2024 al Victoria Theatre dell’Apollo e ha chiuso il 19 maggio. Informazioni: syncingink.com