Puoi guardare Joy sia in “Inside Out” che in “Inside Out 2” e vedere il lato materno della Pixar che emerge. Dove film come “Alla ricerca di Nemo” o anche “Monsters, Inc.” riguardano essenzialmente i padri (o le figure paterne) che fanno i conti con la crescita dei propri figli e li superano, i film “Inside Out” sono più focalizzati sulla psiche femminile. Sebbene le cinque emozioni nella testa della giovane Riley includano voci maschili (Lewis Black nei panni della focosa Rabbia e la tremante Paura, doppiata nel primo film da Bill Hader e ora da Tony Hale), Riley stessa è guidata da Joy (Amy Poehler ), così come Tristezza (Phyllis Smith) e ora nuove emozioni come Ansia (Maya Hawke).
Ciò che rende Joy così adorabile non è tanto la sua innata ed effervescente positività, quanto il modo in cui gestisce i momenti angoscianti. Verso la fine di “Inside Out”, prima che Joy ritorni al quartier generale di Riley, presume di essere rimasta bloccata per sempre nella discarica dei ricordi e ha un esaurimento emotivo portato brillantemente in vita sia da Poehler che dai realizzatori, trattenendo un lungo primo piano di Joy. per 30 secondi (che sembra un’eternità nell’animazione mainstream dal ritmo frenetico).
[Note: Very light spoilers for “Inside Out 2” ahead.]
E in “Inside Out 2”, Joy e le sue emozioni simili vengono scacciate dall’ansia nel nome di aiutare Riley a diventare il suo sé migliore, e Joy deve ammettere che la sua natura costantemente ottimista può essere un peso per gli altri e per se stessa. Il fatto che Joy sia così aperta riguardo ai suoi difetti in momenti così bui la rende solo più riconoscibile e vincente.