Whitehurst e il suo team avrebbero potuto facilmente studiare attentamente la storia dei robot nella narrativa, risalendo fino all’inizio delle creature nell’opera teatrale “RUR” di Karel Čapek del 1920. Avrebbero potuto derivare il design del loro robot da C-3PO di “Star Wars”, Data da “Star Trek” o persino Robbie il robot di “Il pianeta proibito”. Tuttavia, Whitehurst ha osservato che quel tipo di studio avrebbe prodotto solo una derivazione. Invece, lui e il suo team hanno adottato l’approccio opposto, stando molto attenti a non guardare o anche solo pensare ad altri robot. Ava doveva provenire da un luogo più artistico. Come ha detto Whitehurst:
“Penso che ci sia una specie di problema di precedente storico cinematografico, ovvero non volevamo che Ava sembrasse palesemente un robot di qualsiasi altro film che la gente sarebbe abituata a vedere. I C-3PO e Maria da ‘Metropoli’; quel genere di cose. Ho creato una regola che ho applicato a me stesso tanto quanto a chiunque altro facesse parte del team che ci lavorava, ovvero che a nessuno è permesso guardare i robot. Abbiamo ricevuto un sacco di immagini di riferimento di sculture, di Constantin Brâncuși, che ha realizzato questo genere di sculture moderniste molto organiche, ma quasi meccaniche.”
Constantin Brâncuși era uno scultore rumeno che iniziò la sua carriera artistica a metà del 1900 e la cui carriera raggiunse l’apice negli anni ’30. Era noto per le forme moderne e astratte e i falli, ma i suoi volti umani avevano occhi grandi e vuoti e nasi stretti. Ava non sembra una scultura di Brâncuși, ma si può sicuramente percepire la stessa vibrazione da lei.
Whitehurst ha anche sottolineato che voleva che Ava sembrasse meccanicamente plausibile, una rarità per i robot umanoidi usati nel cinema e in TV.