Mettersi nei panni di un personaggio come Longlegs può essere emotivamente estenuante, ma Cage ha preso il ruolo come una sfida per interpretare un personaggio che non aveva l’aspetto o il linguaggio di lui. L’attore è entrato nei dettagli di questo sentimento nell’intervista al New Yorker, sottolineando il suo assoluto piacere nell’interpretare “una gamma eclettica di personaggi:”
“Ma per sfidare me stesso e interpretare personaggi che non mi assomigliano e non parlano come me […] Chi può continuare a cambiare? Questo è un elemento. L’altro elemento è quanto sinceri sento che siano in quel momento? Quanto reali? Mi stanno facendo provare qualcosa per cui posso provare compassione? Ma mi sento fortunato ad aver avuto la possibilità di interpretare una gamma eclettica di personaggi, e in particolare Longlegs, che non assomiglia per niente a nessuno che abbia mai interpretato prima.”
Detto questo, Cage ha anche parlato della tendenza dell’industria cinematografica a incasellare i personaggi dopo un ruolo particolarmente chiacchierato, anticipando le offerte per interpretare serial killer o ruoli simili, e ha espresso la sua riluttanza a intraprendere quella strada:
“So che il telefono squillerà a più non posso per interpretare serial killer dopo ‘Longlegs’. E non è proprio quello che mi piace fare. Non mi piace la violenza. Non voglio interpretare persone che fanno del male ad altre persone.”
Sembra abbastanza semplice, e questo ragionamento non fa che rendere il suo Longlegs ancora più unico, consentendoci di dare un’occhiata alla follia scatenata nel mondo terrificante e irrimediabilmente cupo del film.
“Longlegs” è attualmente nei cinema.