La stagione 4 si è conclusa con un sorprendente colpo di scena. Dopo tredici episodi di comportamento sempre più vendicativo da parte delle guardie e rabbia crescente da parte dei detenuti, gli spettatori hanno trascorso un anno a chiedersi come lo show avrebbe dato seguito a tutta quella preparazione. La risposta? Un po’ male. Dal momento in cui inizia la première, il cambiamento di atmosfera è chiaro: mentre la stagione 4 era spaventosa e seria, la stagione 5 torna immediatamente al comportamento scherzoso della stagione 3. Se pensavi di avere un seguito maturo e serio al finale maturo e serio della stagione 4, ti aspettava una vera delusione.
Una delle parti peggiori di tutto questo è il modo in cui la stagione 5 si tira indietro rispetto alla politica audace della stagione 4; ha de-prioritizzato la trama avvincente di Taystee che contratta per migliori condizioni di prigione, il tutto per fare spazio alle buffonate “Beavis and Butthead” di Leanne (Emma Myles) e Angie (Julie Lake). Lo show perde il suo vantaggio nel momento esatto in cui ne ha più bisogno, durante quello che dovrebbe essere il periodo più culminante e intenso dell’intera serie. Il risultato è uno show televisivo con un buco importante nella sua eredità. Le prime quattro stagioni sono tutte costruite per questo, e le ultime due stagioni affrontano tutte le sue ripercussioni, ma il grande evento in sé è la raccolta di episodi più debole della serie.
Il lato positivo è che ci sono ancora molti bei momenti qui, tra cui alcuni archi narrativi che definiscono i personaggi di detenuti spesso ignorati come Soso (Kimiko Glenn) e Frieda (Dale Soules). Ancora più importante, lo show almeno si ricorda di assicurarsi che ci siano delle conseguenze legittime per gli eventi della stagione, con il cast diviso e inviato in modo permanente in prigioni diverse. Per quanto disordinata e deludente sia stata la stagione 5, almeno ha comunque portato lo show in una direzione nuova e interessante per la stagione 6.