Il personaggio principale dentro “Picchiata,” Lacie (Bryce Dallas Howard), è un personaggio simpatico. Anche se all’inizio era un altro falso drone ossessionato dai social media, si confronta presto con la miserabile realtà della sua situazione. La serie di cattive interazioni che attraversa la rendono sempre più comprensiva e, per quanto opprimente sia questo mondo, è emozionante vedere Lacie diventare più audace e indipendente. È catartico vederla rovinare il matrimonio del suo superficiale amico, al diavolo le conseguenze. Alla fine potrebbe finire in prigione, ma mentre si sta divertendo in una gara di insulti con il suo nuovo compagno di cella, è chiaro che non è mai stata così felice.
Al personaggio principale di “Dot and Bubble”, Lindy (Callie Cooke), non viene assegnato alcun arco narrativo del genere. La sua dipendenza da “Bubble”, l’app di social media che copre la sua visione di tutto ciò che la circonda e la istruisce su cosa fare in ogni secondo della giornata, è così forte che non riesce nemmeno a camminare senza. Lindy è assolutamente inutile per tutta la prima metà dell’episodio, e quando finalmente capisce come funzionare nel mondo reale, lo fa in modo freddo ed egoista. La sua sopravvivenza è assicurata dal tradimento di Ricky (Tom Rhys Harries), l’unico abitante di Finetime il cui cervello non è stato marcito fino in fondo, e lei non esprime alcun senso di colpa per averlo ucciso. Anche alla fine, sta seguendo la missione suicida degli altri residenti di Finetime verso “The Great Beyond”, rifiutando inconsapevolmente l’offerta urgente del Dottore di salvarle la vita.
A differenza di “Nosedive”, questa non è una storia sul rifiuto delle bugie del suo mondo e sull’abbraccio della verità. È una storia su come i social media possano deformare il cervello delle persone fino al punto di non ritorno.