Veri poliziotti permalosi che a malapena si sopportano, bloccati insieme in qualche angolo senza uscita degli Stati Uniti per un caso di omicidio particolarmente raccapricciante e ossessionati da perdite precedenti che non sono riusciti a superare? Sì, c’è una buona ragione per cui “Night Country” ha subito avuto la sensazione di riportare tutte le stesse vibrazioni della brillante prima stagione di “True Detective”, guidata da Rust Cohle di Matthew McConaughey e Marty Hart di Woody Harrelson. Ma nonostante tutte le prove che puntavano a chiudere il cerchio della trama, è possibile che lo showrunner Issa López intendesse effettivamente che la stagione 4 sarebbe stata più una serie? spirituale seguito, invece?
In retrospettiva, tutto dipende da uno dei momenti migliori in assoluto della prima stagione. Nel finale intitolato “Form and Void”, Rust e Marty sopravvivono a malapena al loro incontro violento con l’uomo responsabile dell’omicidio originale affiliato alla setta. Le ferite di Rust sono molto più gravi e, mentre si sta riprendendo dalla sua esperienza di pre-morte, il più incline al misticismo ammette al suo partner di aver iniziato ad avere allucinazioni visioni cosmiche durante il brutale combattimento corpo a corpo. Mentre giaceva sanguinante, afferma addirittura di aver ricevuto la visita della figlia e del padre morti da tempo. Tutto quello che doveva fare era “Lasciarsi andare” e avrebbe potuto ricongiungersi di nuovo con loro, ponendo fine ai decenni di dolore che lo avevano trasformato nel cinico dallo sguardo spento che era diventato.
La sequenza straziante ripaga con un’intera stagione di suggerimenti e prese in giro su ciò che è accaduto nel passato di Cohle che, per dirla francamente, lo ha incasinato così tanto. E, alla fine, tutte le cospirazioni, le ingiustizie e gli intrighi che circondano l’omicidio si sciolgono di fronte a questo momento di vero legame umano. Suona familiare?