“Anyone But You” si propone da solo come modernizzazione di “Molto rumore per nulla” di Shakespeare, non diversamente dal boom di adattamenti della fine degli anni ’90 e dell’inizio degli anni ’00 come “10 cose che odio di te” o “She’s the Man”. I punti di riferimento cinematografici di Gluck, tuttavia, risalgono a molto più tempo fa. L’alchimia tra Powell e Sweeney ricorda molto da vicino le commedie stravaganti dei primi tempi degli studios.
Gluck e la co-sceneggiatrice Ilana Wolpert trasformano il Bardo in una classica commedia sul nuovo matrimonio. Questa prima forma di commedia romantica sviluppò una serie di allusioni in risposta alla censura dell’epoca, che proibiva la rappresentazione di ciò che considerava atti “immorali” come il divorzio e le manifestazioni pubbliche di sessualità. Quelle restrizioni palesi sono scomparse e “Anyone But You” diventa sfacciato (letteralmente, nel caso di Powell) infrangendole. Ma il film interiorizza la logica che ha fatto funzionare quei classici innovativi: le persone vogliono i preliminari, non la consumazione.
Nei panni di Bea (Sweeney) e Ben (Powell), ex partner di un’avventura di una notte finita male, i due ex amanti devono fingere il riaccendersi della loro fiamma per placare i loro cari durante un matrimonio in Australia. C’è uno scontro verbale standard mentre i due si scambiano colpi, tentando di difendere il loro onore abbattendo l’altro. Ma dove “Anyone But You” vola è la forza dell’impegno fisico delle star nei loro ruoli.
Il film si apre con la presentazione di Bea a Ben attraverso la mortificazione pubblica per la necessità di usare un bagno pubblico, e da lì la posta in gioco non fa che aumentare. Attraverso il movimento del corpo, Powell e Sweeney raccontano la storia sensuale della relazione dei loro personaggi. La loro iniziale disinvoltura si trasforma rapidamente in disagio e imbarazzo che si manifesta in innumerevoli gag esilaranti in “Anyone But You”. A volte è palesemente ovvio come il duo, che si azzuffa su un fuoco d’artificio a forma fallica tra le mani, facendo esplodere prematuramente i fuochi d’artificio. Ma nella sua realizzazione più efficace, Powell e Sweeney traducono la confusione delle menti dei loro personaggi nella goffa contorsione dei loro corpi.