Il sequel di Turi Meyer del 1999 “Candyman 3: Day of the Dead” non è solo un brutto film di “Candyman”. E’ semplicemente un brutto film. Girato a buon mercato, scritto male e vantando performance piuttosto terribili, “Day of the Dead” è un miscuglio di tendenze horror, scene noiose e slasher e una trama criminale che si può a malapena seguire.
Secondo il mito dei film “Candyman”, il mostro del titolo era una volta un uomo di nome Daniel Robitaille, un pittore di talento assunto per dipingere il ritratto di una donna ricca nel 19° secolo. Lui e il suo suddito si innamorarono e ebbero una relazione. I razzisti locali del sud furono inorriditi dalla vicenda e aggredirono Robitaille, tagliandogli la mano e ricoprendolo di miele in modo che le api potessero pungerlo, il tutto prima di dargli fuoco. La trama di “Il giorno dei morti” ruota attorno agli altri ritratti dipinti da Robitaille e ad un gruppo di feroci gangster che vogliono rubarli per maliziosi riti satanici. Il film è ambientato nel 2023 (25 anni dopo “Addio alla carne”) e la protagonista, interpretata da Donna D’Errico, è la figlia adulta di Annie (Kelly Rowan), la protagonista del film precedente.
Robert O’Reilly, noto ai Trekkies come Gowron, appare come un poliziotto, e c’è un piccolo ruolo per la brillante Rena Riffel, regista di “Showgirls 2: Penny dal cielo.” Nel complesso, tuttavia, il film è una schifezza, non aggiunge nulla al mito di “Candyman”, concentrandosi invece su sangue e tette.
Naturalmente c’è posto nel cinema per il sangue e le tette, ma i film di “Candyman” sono più eleganti e intelligenti di così.