Kurtzman ha ammesso che stava semplicemente seguendo i capricci della creatività (e del mercato dell’intrattenimento) quando ha iniziato a supervisionare sempre più “Star Trek” dal 2017 al 2021, dicendo:
“[T]La verità è che quando abbiamo iniziato ‘Discovery’ non ci pensavo. Stavo proprio pensando di fare un grande spettacolo. E mi sono innamorato così profondamente di ‘Discovery’ e del processo di realizzazione. Ho passato molto tempo nella prima stagione a meditare su questo incredibile universo che esiste da così tanto tempo e su quanto ancora si possa fare con esso; quante storie incredibili ci sono da raccontare. Ci sono davvero un numero infinito di storie da raccontare.”
Si potrebbe sostenere che le storie di Kutrzman siano incostanti. “Discovery” ha tanti detrattori quanti fan, e molti concordano sul fatto che “Picard” ha avuto solo una buona stagione su tre (e anche allora si possono lamentare “quella buona”). Non si può negare, tuttavia, che le storie siano state abbondanti. Tra i sei spettacoli che Kurtzman ha supervisionato, ci sono stati 210 episodi, con la promessa di altri 20 in arrivo. Se quel numero di episodi fosse applicato a “Star Trek” degli anni ’90, equivarrebbe a quasi nove stagioni complete in soli sei anni e mezzo. Mai prima d’ora, nemmeno nel periodo di massimo splendore degli anni ’90, “Star Trek” aveva prodotto lo stesso volume.
Andando avanti, tuttavia, Kurtzman ha detto che voleva che il franchise riguardasse la qualità e non la quantità. Potrebbe affermare di avere infinite storie, ma non ci sono, ha detto, infiniti temi da analizzare. Secondo lui, ogni serie potenzialmente nuova di “Star Trek” deve avere un punto.