Nell’autunno del 1997, “Universal Soldier II” è stato girato fianco a fianco con “Universal Soldier III: Unfinished Business” come due lungometraggi di un’auspicata serie “Universal Soldier”. Purtroppo (per i realizzatori) e fortunatamente (per i fan e il pubblico), questa serie non si è realizzata, lasciando entrambi gli episodi come una coppia di film TV orfani che sono stati scaricati su The Movie Channel circa un anno dopo essere stati girati.
È logico il motivo per cui è stata tentata una serie: molto semplicemente, il genere IP era una proprietà calda per la televisione sindacata negli anni ’90, in particolare per la società allora nota come Skyvision Entertainment, che era dietro altre serie sequel spin-off live-action di film classici di culto come “Robocop: The Series”, “F/X: The Series” e “La Femme Nikita”. Ci sono così tante serie spin-off/sequel girate in Canada che spaziano dall’essere oscure, come “Total Recall 2070”, all’essere cult a pieno titolo, come “Stargate SG-1”, basato sul film di Roland Emmerich del 1994.
“Universal Soldier II” vede il film riprendere da “Universal Soldier” di Emmerich, il film del 1992 con Jean-Claude Van Damme. Piuttosto che i Muscoli di Bruxelles, Luc del sequel è interpretato dall’ex linebacker degli Eagles Matt Battaglia, che non solo è un povero attore ma è direttamente responsabile del coinvolgimento di Reynolds nel sequel. Reynolds, nel ruolo di un losco vicedirettore della CIA, giocava a football universitario con il padre di Battaglia, Carmello, e apparentemente fu Reynolds a incoraggiare il giovane Battaglia ad agire.
Se devo essere caritatevole, forse Battaglia ha fatto attivamente la scelta di interpretare Luc, a cui è stato fatto il lavaggio del cervello da parte del governo, nei panni di un robot. Eppure questo difficilmente spiega perché tutti gli altri nel film, inclusi Reynolds e Gary Busey, sono così sottomessi.