Il film del 2009 “Nine” — da non confondere con il film del 2009 “9” — è stato un beniamino degli Oscar nel modo più frustrante possibile. È stato candidato a quattro Oscar, tra cui Miglior attrice non protagonista (Penélope Cruz), Migliore scenografia, Migliori costumi e Miglior canzone originale. Quelle erano appena sufficienti nomination per i folli completisti degli Oscar da dover vedere “Nine”, un film che, molti concordavano, sembrava noioso e sconcertante. I critici sembravano pensarla così, comunque, dato che “Nine” ha solo il 39% di approvazione su Rotten Tomatoes. È il più basso indice di approvazione di qualsiasi film con Daniel Day-Lewis come protagonista.
“Nine” richiede qualche spiegazione. Innanzitutto, il film era basato su un musical di Broadway che debuttò nel 1982. La produzione originale aveva come protagonista Raul Julia, che interpretava un personaggio molto simile, ma legalmente distinto, dal maestro italiano nella vita reale Federico Fellini. Il personaggio, di nome Guido Contini, vide sia il suo matrimonio che il suo spirito creativo vacillare di fronte a una crisi di mezza età. Stava per compiere 40 anni (così vecchio!), e iniziò a temere un futuro noioso, senza le nubili donne italiane con cui aveva trascorso la sua giovinezza. Inoltre, ha un’amante, che sembra un’estensione naturale di una storia di Fellini. “Nine”, come suggerisce il titolo, è stato estrapolato dal film semi-autobiografico del 1963 di Fellini “8½”, comodamente uno dei film più autoindulgenti mai realizzati.
“Nine”, quindi, era uno spettacolo di Broadway degli anni ’80 basato su uno dei più famosi film italiani degli anni ’60 di tutti i tempi, e si potrebbe immaginare che ci fosse un certo tipo di frequentatore di cinema d’essai al centro del diagramma di Venn Broadway/cinema d’essai italiano.
Nel 2009, tuttavia, quando Rob Marshall adattò il musical al grande schermo, molti si chiesero chi avrebbe voluto vedere una cosa del genere. Marshall aveva già avuto un grande successo con la sua terribile versione di “Chicago” nel 2002, quindi sembrava logico — da una prospettiva “vogliamo vincere premi” — dargli un altro spettacolo di Broadway da adattare. Sembra, però, che il fulmine non potesse colpire due volte. Il film fu un fiasco, i critici lo detestarono e persino Daniel Day-Lewis nei panni di Contini non riuscì a salvarlo.