“Getaway” è il terzo e, finora, ultimo film diretto da Courtney Solomon dopo Il famigerato film “Dungeons & Dragons” del 2000 (che in qualche modo ha ottenuto due seguiti direttamente in video) e il film horror del 2005, quasi dimenticato, “An American Haunting”. La sua carriera come produttore è solo leggermente più rispettabile in quanto almeno hai sentito parlare di cose come “After” e “The Strangers: Chapter 1”, mentre i suoi sequel “Universal Soldier: Day of Reckoning” e “The Butterfly Effect 3 : Revelations” non sono, sorprendentemente, considerati il fondo del barile.
Per quanto riguarda “Getaway”, la sceneggiatura, attribuita a Sean Finegan e Gregg Maxwell Parker, segue il pilota di Hawke, Brent Magna, mentre viene ricattato da un misterioso trasgressore (Jon Voight, che interpreta la sua migliore versione di un film stereotipato). (cattivo dei film d’azione dell’Europa orientale degli anni ’90 nonostante non abbia mai mostrato adeguatamente la sua faccia sullo schermo) che ha rapito sua moglie per portare a termine una rapina contorta che gli richiede di guidare come un matto. Inoltre c’è “The Kid”. È una totale assurdità, ma nelle mani giuste avrebbe potuto diventare un inoffensivo potboiler.
Sfortunatamente, quasi tutta l’azione consiste in filmati catturati da fotocamere digitali di bassa qualità collegate all’auto di Magna, una Shelby Mustang, e poi unite insieme con poco o nessun senso del ritmo o della ragione. L’unica eccezione è il climax in ripresa singola del film, anche se a quel punto la tua testa sarà troppo dolorante per l’ora precedente, oltre al caos che scricchiola metallo e fa scintille, per apprezzarlo. (Per la cronaca, lo screenshot qui sopra è in realtà un rendering abbastanza accurato di come appare la maggior parte di questo film.)
Dato che non è più disponibile, concluderò questo articolo nello stesso modo in cui ho scritto la mia recensione originale: condividendo un aneddoto su come, quando iniziarono a scorrere i titoli di coda della mia proiezione di “Getaway”, una giovane donna che presumibilmente era stata trascinata lì da il suo ragazzo si alzò rapidamente e gridò in un sussurro in quello che era, a dire il vero, un teatro per lo più vuoto: “È stato così stupido!” Non posso discutere con lei lì.