Vorrei che la “Convention” in “The Corpse at the Convention” fosse stata una specie di Comic-Con. Ahimè, il destino non è proprio così evidente, per quanto riguarda Gunn che si presenta sulla scia dei “Guardiani” originali. Invece, è una convention per scienziati forensi con la stessa Bones che tiene il discorso principale, solo per scoprire un cadavere, facendo sì che tutti siano nervosi per avere la possibilità di mettere a frutto i propri prodotti e il proprio know-how. Sembra un po’ brutto detto così, ma è così che il biscotto si sbriciola quando metti insieme un gruppo di strani che adorano esaminare cose morte in una stanza. (Anche questo non è un colpo meschino; anch’io ho studiato medicina legale per un po’, ed è un campo affascinante.)
Tra questi strani c’è Gunn nei panni del dottor Howard Fitch, che finisce per prestare la sua esperienza alle indagini (“Non posso dirti quanto sono lusingato che tu mi abbia chiesto di essere qui”, assicura all’operaio del Jeffersonian di TJ Thyne, Jack Hodgins) – cioè, quando non sta litigando con il suo rivale Aldus Carter (Gabriel Tigerman), che prova un piacere sfrenato nell’infangare il suo nome. Guardare Gunn interpretare un culo arrogante e pomposo rappresenta un divertente cambio di ritmo rispetto ai suoi soliti ruoli comici eccentrici o stravaganti, e “Bones” fa la sua parte per interpretarlo esattamente per far ridere.
Sicuramente non è il miglior utilizzo di Gunn come giocatore di supporto (è difficile superarlo nel dare vita alla Weasel nuda e con gli occhi sporgenti in “The Suicide Squad”, anche se è del tutto irriconoscibile a causa degli effetti visivi), ma almeno sia lui che lo spettacolo sono fermamente coinvolti nello scherzo. Non è certo quando sei guest star in un procedurale contro un crimine in rete.