Eravamo un paese vero e proprio. Con questo intendo dire che praticamente ogni uscita home video era accompagnata da una serie di contenuti speciali, spesso comprendenti commenti completi, documentari dettagliati e vari approfondimenti dietro le quinte sul modo in cui un film veniva realizzato. Se un aspirante regista avesse avuto accesso solo a gli esaustivi contenuti extra della trilogia “Il Signore degli Anelli” di Peter Jacksonimparerebbero comunque di più sulla produzione cinematografica di quanto molte scuole potrebbero insegnare. Ma poiché quel tipo di contenuto bonus costa denaro per essere prodotto, gli studi ora si accontentano spesso di fornire versioni in gran parte scarne dei loro media domestici, magari buttando nel mix uno o due video superficiali, ma certamente non riversando sui clienti la generosa generosità di una volta. I film in streaming di oggi non hanno quasi mai alcuna caratteristica speciale.
Arriva Michael Mann a dare una scossa alle cose. Sembra che stia bypassando Neon, il distributore di “Ferrari”, e andando direttamente al consumatore con la sua versione di contenuti speciali, il che mi porta a chiedermi se i suoi contemporanei potrebbero notarlo. I registi potrebbero iniziare a inserire nei loro contratti la possibilità di utilizzare aspetti dei loro film in modo simile per i loro siti Web individuali? (Nota che il pass Mann Archive non garantisce agli utenti l’accesso alla visione di “Ferrari” nella sua interezza.) Quanto pagheresti per un archivio equivalente del tuo/dei tuo/i regista/i preferito/i? In un’epoca in cui i media fisici non sono quasi più onnipresenti nella nostra cultura come un tempo, Mann ha attinto a una nuova fonte di entrate, una che potrebbe persino aiutare a finanziare film futuri?
Potrebbe finire per essere un esperimento una tantum che muore sul nascere. Ma se Hollywood ci sta prestando attenzione, potrebbe essere il primo passo di un movimento più ampio che ridefinisce i contenuti bonus per i tuoi film preferiti e aiuta ad arricchire i creatori di quei progetti invece degli studi che li hanno distribuiti.