Martin Mull è stato un’assoluta forza comica e uno dei migliori talenti apparsi sui nostri schermi. Un vero camaleonte, ha interpretato ogni tipo di persona immaginabile. Spesso giocava con il suo aspetto prendendo in giro figure autoritarie con baffi ben curati e occhiali perfettamente posizionati o giustapponendo la sua voce dal suono serio a progressisti esagerati. Il suo ruolo nel ruolo del colonnello Mustard in “Clue” è citabile all’infinito come quello di Gene Parmesan in “Arrested Development”, e il suo acuto senso dell’umorismo gli è valso l’ambito posto centrale in “Hollywood Squares” nell’ultima stagione dello show. Il suo ampio curriculum vanta una carriera che la maggior parte delle persone poteva solo sognaree, a quanto pare, era meraviglioso tanto sullo schermo quanto fuori.
Era il tipo di attore che elevava all’istante qualsiasi progetto semplicemente apparendo, che si trattasse del buffone cattivo nel film di Mary-Kate e Ashley “How the West Was Fun”, o del suo ruolo da ospite candidato agli Emmy in “Veep” come assistente politico con l’Alzheimer, Bob Bradley. Mull era un maestro consumato di satira, ironia e umorismo deliziosamente asciutto, e la sua voce distintiva lo rendeva un ospite da sogno per serie animate come “I Simpson”, “I Griffin”, “Il laboratorio di Dexter”, “La famiglia Wild Thornberrys”, “American Dad” e “Bob’s Burgers”.
Mull una volta disse, “Un seguito di culto è un bel modo per dire che piaci a pochissime persone”, come un modo per prendere in giro i fan del suo lavoro. Bene, il lutto collettivo in seguito alla sua scomparsa dimostra che il suo seguito di culto si estendeva oltre il suo ambito accettato, e molto di più di un bel po’ di persone che lo amavano un sacco. Martin Mull era un talento singolare che ha contribuito a plasmare il senso dell’umorismo per una generazione, e ci mancherà molto.
Che riposi in pace.