“Seven” è, come dice López, “magistrale”. Incarna un certo tipo di thriller poliziesco che è stato costantemente emulato sin dalla sua uscita nel 1995. Ma l’utilizzo dell’immaginazione del pubblico contro di loro da parte di Fincher e dello scrittore Andrew Kevin Walker è ciò che mi è sempre rimasto impresso. Nel corso del film, ci vengono mostrate molte scene del crimine raccapriccianti, ma non abbiamo mai assistito a nessuno degli omicidi dei sette peccati capitali. Anche il famigerato finale del film si astiene dal mostrarci esattamente cosa c’è nella scatola, perché la nostra immaginazione è capace di sognare orrori peggiori di quelli che Fincher potrebbe mai rappresentare.
Ma di tanto in tanto, anche il regista non si limita a terrorizzare tutti noi con un buon vecchio spavento, e “Seven” contiene uno degli esempi migliori e più inquietanti. A metà del film, la coppia di detective Morgan Freeman e Brad Pitt scopre la scena del crimine del “bradipo”, con una vittima interpretata da Michael Reid McKay che è incatenato a un letto e apparentemente è morto di fame. Ma proprio mentre facciamo i conti con la cupa immagine del suo corpo emaciato, quel corpo prende vita, contorcendosi e urlando in quella che è una delle scene più inquietanti e terrificanti nella storia del thriller poliziesco.
A parte il trucco della vittima “bradipo” è già abbastanza tortuoso di per sé, il momento in cui il corpo si risveglia potrebbe essere la cosa più sconvolgente dell’intero “Seven” – a parte il finale, ovviamente. Oh, e quel “giocattolo” sessuale a lama. Ora che ci penso, “Seven” è piuttosto sconvolgente in ogni sua parte. Ma sembra che la vittima del “bradipo” sia stata ciò che ha colpito López, che ha creato la sua personale versione della scena in apertura dell’episodio 2 di “Night Country”.