A parte qualche gita occasionale nella fantascienza o nella commedia, a Statham piace che i suoi film d’azione siano burberi, muscolosi e in qualche modo basati sulla realtà… o, per lo meno, sulla versione della realtà in cui puoi buttare un piatto di sottoprodotto del nettare contro il tuo avversario, lanciagli l’accendino e allontanati con disinvoltura mentre la sostanza dolce-appiccicosa illumina il tuo nemico come se fosse il 4 luglio. (Mi spiace deludervi, ragazzi, ma l’abbiamo testato noi stessi: Contrariamente a quanto “L’Apicoltore” vorrebbe farti credere, il miele in realtà non è “infiammabile da morire”.)
Secondo le statistiche:
“Il cinema è come la musica. Ad alcuni piace il country e il western, ad altri l’heavy metal. Sono attratto da un tipo di azione un po’ più radicata. [Laughs] Beh, mi piace essere radicato e diventare un elemento da inserire nel pazzo mondo in cui viviamo.”
Con la bolla dei supereroi che, forse questa volta per davvero, è finalmente scoppiata, forse i giornalisti non saranno più spinti a chiedere a tutti quelli che intervistano perché non si sono ancora convertiti alla chiesa di Marvel e DC. Anche se ci sono moltissimi personaggi dei fumetti che potrei immaginare interpretati da Statham (quelle voci su di lui vecchie di quasi dieci anni) essere in corsa per Bullseye nella serie “Daredevil”. erano, se non altro, sulla strada giusta), non c’è motivo che lui ha per fare il do-si-do della Marvel. Lasciatelo invece continuare a realizzare “Meg 3: Alla ricerca dello squalo” finché sarà disposto e capace.