“Twisters” potrebbe non presentare nessuno dei personaggi del primo film, ma un punto chiave della trama rimane esattamente lo stesso: gli innocenti che vivono a Tornado Alley non hanno ancora alcun sistema di allerta precoce per avvisare in anticipo quando i tornado distruttivi bussano alla porta, e spetta ai nostri personaggi principali lanciarsi a capofitto nel pericolo in modo che la loro ricerca possa un giorno essere utilizzata per salvare quante più vite possibili. Sebbene il sequel per lo più lo ignori e lo tratti come un dato di fatto, è un po’ strano se ci pensi. In quasi trent’anni di progresso scientifico, siamo Veramente non stiamo meglio di quanto non stessimo nel 1996?
Come capita, mettere il cambiamento climatico in primo piano nel film avrebbe facilmente risolto questo piccolo enigma. Per quanto vari personaggi parlino di un imminente “scoppio di tornado irripetibile” e di come la distruzione da essi causata sia peggiore ora che mai (un aspetto cruciale della scena iniziale del film è che Kate Carter di Daisy Edgar-Jones sottovaluta ampiamente la forza di un tornado, portando direttamente alla tragedia), diventa quasi distraente che nessuno affronti mai l’elefante nella stanza. Proprio come il riscaldamento del pianeta è collegato a uragani più forti e frequenti, le prove stanno aumentando e dimostrano che il cambiamento climatico sta modificando il comportamento dei tornadoAnche solo una battuta di dialogo buttata lì avrebbe potuto spiegare come le azioni dell’umanità abbiano causato la crescita della mortalità dei tornado negli ultimi decenni e reso obsoleti (o addirittura completamente inutili) i nostri soliti metodi per rilevarli, correggendo così un potenziale buco nella trama e aumentando al contempo la posta in gioco per l’azione.
Senza ammetterlo, “Twisters” suggerisce implicitamente che i successi di Jo e Bill in “Twister” siano stati vani.