La guerra di parole tra Spike Lee e Clint Eastwood potrebbe essere stata esagerata, ma Steven Spielberg è comunque intervenuto.
Ci sono molte cose che non piacciono a Spike, e una di queste è il modo in cui Clint ha rappresentato la seconda guerra mondiale. Quando la doppia intestazione di Eastwood Bandiere dei nostri padri E Lettere da Iwo Jima uscito nel 2006, è stata la sua occasione per tornare a un genere che non toccava da decenni. Ma per Spike Lee, Clint Eastwood è servito solo a cancellare una parte significativa della storia, innescando così una faida amara ma di breve durata tra i registi che solo un’altra icona cinematografica avrebbe potuto risolvere.
Il problema di Spike Lee con i film, in particolare Lettere da Iwo Jima – era che pochissimi, se non nessuno, neri erano raffigurati, sebbene si sia stimato che non meno di 700 soldati neri abbiano preso parte all’omonima battaglia del 1945. Per alcuni era come se Eastwood stesse limitando l’evento all’alzabandiera, immortalato nell’iconica fotografia di Joe Rosenthal. Come Lee mettilo, “Clint Eastwood ha girato due film su Iwo Jima uno dopo l’altro e se sbattessi le palpebre ti perderesti l’unica persona di colore che c’era. C’erano dei marine di colore a Iwo Jima.”
Clint Eastwood, naturalmente, non si sarebbe limitato a guardare Spike Lee correre in giro per il suo prato in quel modo, dicendo: “Questo tizio ha perso la testa… Un tizio così dovrebbe chiudere la bocca.” Attento, Clint, hai sentito cosa ha detto Spike di Wim Wenders…
Il tempo guarisce la maggior parte delle ferite, ma Spike Lee ha trovato un mediatore in Steven Spielberg (che sappiamo non ha tempo per le stronzate), che si è avvicinato al 25a ora regista di una partita dei LA Lakers. “Lui ha detto, ‘Spike, smettila di parlare di Clint Eastwood.’ Io ho detto, ‘Non… ho detto tutto quello che dovevo dire,’ e questo è stato tutto.” In un’intervista separata riguardante la stessa partita dei Lakers, Lee ha ricordato: “Ho detto: ‘Steven, è finita con Clint Eastwood.’ Steven ha riso e ha detto: ‘Chiamerò Clint e glielo dirò domattina.’ Ho detto: ‘È finita!'”
Spike Lee avrebbe potuto raccontare la sua versione della seconda guerra mondiale non molto tempo dopo i film di Clint Eastwood con il film del 2008 Miracolo a Sant’Anna. Lee sostiene che non avrebbe mai dovuto essere una confutazione di alcun tipo, il che è probabilmente vero, poiché si potrebbe vedere il regista alla fine arrivare all’argomento per aiutare a rappresentare meglio i soldati neri. Lee sarebbe tornato alla guerra, questa volta usando la guerra del Vietnam come espediente narrativo, con il 2020 Da 5 Sangue.