Non sono stati solo gli Stati Uniti a rafforzare di dieci volte le misure di sicurezza nazionale dopo l’11 settembre. Nell’ambito di La storia orale di Inverse del 2023 riguardo alla realizzazione del film, Boyle ha osservato che la “libertà” che lui e la sua troupe hanno avuto girando “28 giorni dopo” a Londra “era semplicemente ridicola se ci si ripensa adesso. Siamo stati in grado di rimorchiare e ribaltare gli autobus fuori Downing Street. Ora, ti starebbero intorno con le mitragliatrici.” Anche a quel tempo, però, ribaltare un autobus a due piani su un lato per far passare Jim nel suo viaggio attraverso Londra richiedeva un po’ di sotterfugio.
Nella stessa intervista, il produttore Robert How ha ammesso che il Consiglio di Westminster non avrebbe permesso alla troupe del film di fermare l’autobus proprio fuori Downing Street… quindi sono entrati di nascosto alle quattro del mattino e lo hanno fatto comunque. Ciò è in linea con ciò che ha detto Boyle nel commento in DVD del film:
“Questo, non ti sarebbe permesso farlo. Lo abbiamo fatto prima dell’11 settembre, e mettere un autobus su un lato a Whitehall, letteralmente appena fuori Downing Street, dove si trova la residenza del Primo Ministro, semplicemente non ti sarebbe stato permesso a Non credo. Ce l’abbiamo fatta solo per il rotto della cuffia e grazie all’inventiva di Mark Tildesley, il [production] designer, che giurò loro cieco che sarebbe riuscito a farla entrare e uscire da lì in 15 minuti – e ha dimostrato di avere ragione.”
Per quanto breve possa essere questo momento, serve a immergerti ulteriormente nella visione del film di una Londra devastata. Immagini come questa sarebbero diventate ancora una volta uno specchio oscuro del mondo reale due decenni dopo, quando i blocchi del COVID-19 avrebbero prodotto immagini identiche di città vuote in tutto il mondo (con molti meno autobus capovolti, per fortuna). Forse “28 anni dopo” di Boyle e Garland dopotutto sta arrivando giusto in tempo.